ROMA, 10 febbraio 2014 – Michele Frasca è un giovane atleta con le idee molto chiare: ha scelto di far parte del College Remiero di Piediluco con l’entusiasmo di chi vuole una vita fatta di impegno, ma dalle grandi prospettive. Il suo incontro con il canottaggio avvenne, come per molti studenti, tramite la sua scuola: a dodici anni lo hanno portato a visitare il Circolo Canottieri Lazio e da lì è cominciata la passione per il remo. L’agonismo, poi, è stata la spinta che ha coinvolto sempre di più Michele poiché per lui “è una sfida personale tutta da vincere”. La categoria Allievi e quindi quella dei Cadetti lo hanno visto protagonista ottenendo risultati apprezzabili, ma l’agonismo vero e proprio l’ha conosciuto al Circolo Canottieri Tirrenia Todaro sotto la guida dell’allenatore Emilio Trivini. Arrivare in finale ai meeting nazionali ed ai campionati italiani è stata senz’altro una grande soddisfazione, ma Michele Frasca voleva qualcosa di più. Al proposito, se gli chiediamo qual è il ricordo più bello della carriera di canottiere, la sua risposta è lapidaria: “Sicuramente la prima gara in cui arrivai secondo. Fu la cosa più bella che mi potesse capitare”.
La scelta di chiedere di far parte del College di Piediluco è nata dalla voglia di recuperare dopo un periodo di malattia: “C’è stato un periodo in cui non riuscivo più ad allenarmi perché ho avuto problemi di salute e sono stato parecchio tempo a letto, poi sono riuscito a riprendermi ed ho provato ad entrare nel College riuscendovi. A Piediluco la vita si basa principalmente sulla scuola e sul canottaggio, la mattina ci si sveglia alle cinque e ci si allena, poi si ritorna dalla scuola e c’è il secondo allenamento, successivamente si mangia e si va a letto presto. Questo per quattro volte a settimana”. Ma non è una vita un po’ da frate certosino? “Si indubbiamente, però non mi dispiace”. Perché un ragazzo della tua età sceglie di vivere in questo modo? “Il College ti insegna molte cose, prima tra tutte l’umiltà e poi qui puoi confrontarti con persone di un certo livello”.
Ma ne vale veramente la pena? “Direi proprio di si, è qualcosa di indescrivibile. E’ un’emozione stare qui ed avere la consapevolezza di riuscire a fare qualcosa che non tutti fanno”. La vita di gruppo non spaventa Michele che ha un buon rapporto con i suoi compagni: “Ogni tanto, come succede in ogni esperienza in cui si condivide la stanza con altri, c’è qualche litigio, ma l’amicizia è abbastanza salda”. E con i tuoi allenatori? “Con i miei allenatori il rapporto è ottimo, non potevo chiedere di meglio, in particolare Agostino Abbagnale è uno dei migliori e penso che sia il massimo”. Qual è la cosa che ammiri di più nel tuo allenatore? “Sicuramente la lucidità: è un uomo che riesce a rimanere calmo in qualsiasi situazione”. Lasciamo Michele Frasca ai suoi impegni ed ai suoi amici, sottolineando la dimensione formativa dello sport, specialmente se vissuto in un contesto fatto di obiettivi e valori.
Nelle immagini: Michele Frasca in azione; Michele Frasca (quarta voga) con i suoi compagni di barca