IL MUSEO DEI FIUMAROLI

Quanti sono i musei a Roma? Da un primo conteggio sono 155. E’ proprio necessario farne un altro? E poi ma chi lo visita? Il museo nel sentire comune è il luogo della conservazione creato da persone di cultura per celebrare qualcosa o qualcuno. Spessissimo non serve a niente, sembrano soldi buttati per far impolverare reperti appartenenti al tempo che fu. Quindi l’idea di creare un museo del nostro fiume sembra nata da cultori della nostalgia, innamorati dell’impossibile e di una cosa certamente non presente nel comune sentire dei romani che vedono il fiume come fogna a cielo aperto che meglio ignorare o nascondere. L’idea di realizzare il Museo del Tevere, invece, nasce dall’esperienza e dalla conoscenza profonda di questo fiume da parte di un gruppo di appassionati sportivi riuniti all’interno dei cinque circoli storici remieri di Roma. I soci di questi circoli storici ubicati sulle sponde del Tevere frequentano e proteggono da decenni il fiume, nonostante l’abbandono delle istituzioni, essi vivono a stretto contatto con le sue alterne vicende e il suo intrigante splendore. Restituire il fiume alla città esaltando la sua “grande bellezza”, fatta di storie quotidiane, di sport, di mestieri, di tradizioni, di rituali, di flora e fauna, sullo sfondo delle vicende storiche che hanno reso celebre in tutto il mondo il Tevere e la civiltà nata lungo il suo corso è l’obiettivo generale che si vuole perseguire. Il Museo del Tevere vuole essere una istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della cittadinanza. Una struttura aperta al pubblico che compie ricerche sulle testimonianze materiali e immateriali di Roma e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e le espone a fini di studio, educazione e diletto, promuovendone la conoscenza presso il pubblico e la comunità scientifica. Obiettivo di questo museo, dunque, è quello di raccontare e far rivivere una storia spesso ridotta a un semplice elenco di luoghi comuni che alimentano i pregiudizi negativi e aumentano le distanze tra il fiume e coloro che, scoraggiati dalle difficoltà e dallo stato di crisi permanente della capitale, non riescono più a percepirne la bellezza. Esso vuole dare a chi non ha mai “vissuto” il fiume e a chi lo ama e vuole proteggerlo quegli strumenti per apprezzarlo e valorizzarlo come risorsa fondamentale per i cittadini romani e per i turisti. Ci riuscirà? O meglio ci riusciremo? Noi siamo canottieri e canoisti abituati a lottare e vincere. Nulla resiste al canottiere/canoista.

Giuseppe Lattanzi