Ricominciamo dalle origini
Pandemia? Incendio? Sono stati anni difficili quelli che ci lasciamo alle spalle, ma anche il prossimo futuro non scherza. E allora? Rinunciamo al nostro Circolo? No mai! Lasciamoci guidare dall’estro del momento come avvenne con i primi soci . «Il Tirrenia è nato così, da niente e senza niente, una scommessa, una sfida, un sogno.” -Scrive Franco Zucconi- “Altro che gruppi di sostegno e mezzi finanziari! Solo tanti problemi e delusioni cocenti. Persone normali, ancorché giovani ed energiche, avrebbero mollato. Ma quelli, tanto normali non dovevano essere, altrimenti il Tirrenia sarebbe morto in fasce.» E si, penso che anche noi tanto normali non dobbiamo essere. Metà Circolo distrutto da incendio, spogliatoi all’aperto estate ed inverno. Containers, accessi regolati, assemblee all’aperto, greenpass, controlli, tutto e il contrario di tutto fuorchè una normale vita di circolo. Roba da schiantare lo sportivo più incallito, ma non noi del Tirrenia. Lo spirito che ci anima ha la particolare caratteristica di essere fedele alla storia del nostro sodalizio ed in modo particolare alle ragioni stesse della sua fondazione. In queste lo sport viene vissuto nella sua accezione autentica, che ha nell’esercizio fisico una salutare fonte di diletto. Accanto a questo la pratica agonistica, con l’adesione convinta nei valori olimpici, diviene uno strumento di confronto e di miglioramento personale non solo atletico, ma soprattutto umano. Al Tirrenia Todaro lo sport viene inteso esclusivamente in senso dilettantistico. Il Circolo non è una fabbrica di campioni nel senso imprenditoriale del termine e neanche un luogo dedito allo sport-spettacolo, dove la vittoria è tutto e, ove non si riescano a formare atleti validi, pur di vincere, si assoldano. E’ il luogo dove praticare in pace la propria passione sportiva e godersi il fiume, liberi da condizionamenti sociali, assilli quotidiani, discriminazioni di censo, ossessione di primeggiare. Perché uomini e donne dallo spirito libero nel Circolo potessero unirsi, legati in un patto ideale che significa mettere da parte, una volta tanto, le ambizioni personali, per farle confluire in una casa comune, dove faticare insieme su una barca o una canoa fosse segno di amicizia e di sforzo condiviso verso la realizzazione di un progetto, in cui fosse possibile coniugare l’allegria con la serietà dell’impegno e dove la disciplina sportiva non avesse l’unico scopo di formare atleti, ma mirasse a trasmettere loro il senso della lealtà e del rispetto, aiutandoli a divenire persone per bene. Sembrano i valori polverosi di un’epoca trascorsa. Forse lo sono, ed in parte già lo erano al tempo in cui il Circolo nacque : un dopoguerra, dove tutto era difficile. Uomini e donne risucchiati nel vortice della sopravvivenza in cui coniugare il pranzo con la cena. Eppure in questa situazione a dir poco precaria un gruppo di ragazzi si innamorò di un’idea e dette vita a un circolo “d’altri tempi”. E’ così che i soci del Tirrenia si trovano oggi ad essere, siano essi canottieri o canoisti, calcettari o maratoneti, fiumaroli o tennisti. Gelosi della loro diversità, frugali e irriverenti, decisi a restare fedeli allo spirito dell’origine. Fortemente legati a un sentire comune, senza il quale il circolo perderebbe la sua anima, trasformandosi in uno dei tanti clubs usa e getta, rispettabili e legittimi, ma appartenenti a un mondo diverso. Noi vogliamo essere orgogliosi di appartenere a un sodalizio con valori e caratteristiche da ente morale, più che da centro benessere.
Pino Lattanzi
