La Girandola di Castel Sant’Angelo: il racconto del nostro presidente

Ogni anno il cielo di Roma si illumina sopra Castel Sant’Angelo con i colori della Girandola, uno spettacolo antico e affascinante che unisce la città e il suo fiume in una serata di magia e storia. Anche quest’anno il Circolo Canottieri Tirrenia Todaro era lì, sul Tevere, per vivere questo momento unico dal punto di vista più bello: quello dell’acqua.

A raccontare lo spirito della serata è stato il nostro presidente, Pino, che con il suo stile coinvolgente ha saputo trasmettere l’emozione di essere parte di una tradizione tanto antica quanto viva. Di seguito il suo racconto integrale.

La Girandola con il Tirrenia

di Pino Lattanzi

“Ce fussi a la ggirànnola jjerzera?” ci avrebbe chiesto il poeta Gioacchino Belli. Noi gli avremmo risposto Si! C’eravamo insieme abbracciati sotto Castel S.Angelo, attaccati tutti alla stessa boa. Yole, kajak, coppia c’eravamo tutti noi del Tirrenia assieme agli altri canottieri romani. Raramente si vede un Circolo così unito, noi eravamo stretti stretti perché dovevamo vedere la meraviglia di Castello dal fiume, il nostro fiume, che per l’occasione aveva indossato l’abito bello. Poi come tutte le cose che appartengono a Roma avremmo capito la storia di quello che vedevamo. Cinquecento anni di Girandola, certo da noi le cose o sono eterne o sono molto antiche, ma mai vecchie perché la tradizione si rinnova, rinasce ogni anno. Quest’anno c’erano Massimo, Paolo, Pietro, Giuseppe, Francesca, Ilaria, Daniela…c’erano tutti quei pazzi del Tirrenia compresi quelli che non c’erano perché impegnati nelle regate. La Girandola fin dalla prima edizione ha sempre stupito. Papa Sisto IV, al secolo Francesco Della Rovere, sembra l’avesse voluta con tutti quei colori e quella forma a ruota che ancora oggi è una caratteristica ineludibile, ma è la successiva maestria di Michelangelo Buonarroti che diede ai fuochi d’artificio una fisionomia particolare. Ma allora perché improvvisamente furono sospesi e non meravigliarono più pellegrini e romani? L’arguzia e l’abilità poetica di Gioacchino Belli forse possono dare una spiegazione. “E ‘r foco bbianco? e ‘r foco verde? e ‘r rosso? Disce che inzino a cquelli der Governo Je parze avé sti tre ccolori addosso!» Scrisse nel 1834, ma la questione non è risolta, mentre ieri occorreva risolvere un’altra questione una volta tornati al Circolo. Cosa si mangia dopo i colori, la magia del Tevere e la fatica della voga e della pagaia? Nessun problema, siamo al Tirrenia e magicamente c’è chi ha preparato pasta fredda, chi ha portato il parmigiano e chi le pastarelle. Da bere non manca mai e quindi brindisi ai Santi Patroni e alla magia che rinnova sempre il nostro spirito sociale come avviene con i fuochi a Castel S.Angelo.

Pino


Un racconto che ci restituisce il senso più profondo di questa tradizione: la Girandola non è solo uno spettacolo pirotecnico, ma un momento di comunità e di passione condivisa. Sul Tevere, ancora una volta, il Tirrenia ha saputo essere presente, unito, vivo. Proprio come i fuochi, che ogni anno illuminano la nostra città e i nostri cuori.